di Tommaso Di Nardo e Gianluca Scardocci.
FMI: BENE LE RIFORME, MA LA RIPRESA IN ITALIA RESTA FRAGILE E I RISCHI LEGATI ALLA CRISI GRECA SONO ELEVATI.
Il Fondo Monetario
Internazionale ha rivisto al rialzo le stime di crescita per l'Italia di 0,2
punti nel 2015 e di 0,1 punti nel 2016. La nuova stima per il 2015 (+0,7%) si è
allineata con quella formulata ad aprile dal Governo italiano in sede di approvazione
del DEF 2015. Per il 2015, quella del FMI è una revisione importante poiché
avviene in un quadro europeo invece stazionario (stime invariate per il 2015),
mentre per gli Usa è stata operata una revisione al ribasso di 0,6 punti
percentuali. Solo la Spagna supera l'Italia in termini di revisione al rialzo
(+0,6 punti per il 2015 e +0,5 punti per il 2016). La ripresa dell'economia
italiana continua però ad essere debole a causa della depressione del mercato
domestico che si riflette in un aumento della disoccupazione. Gli indici della
produzione industriale continuano ad alternare ripresa e contrazione in un
quadro che resta ancora fortemente dipendente dagli ordini dall'estero e quindi
dalle esportazioni. Il trend appena descritto è confermato dalle entrate
tributarie che indicano un calo del gettito dell'Iva da scambi interni. Sono in
aumento, invece le nuove aperture di partite Iva, trainate dalle persone
fisiche e dalle società di capitali, mentre soffre ancora il credito bancario
con i prestiti alle imprese ancora in calo e le sofferenze ancora in aumento.
Da segnalare, infine, il nuovo record assoluto del debito pubblico a maggio che
raggiunge i 2.218,2 miliardi di euro.