Il Fondo monetario
internazionale ha diffuso a gennaio le nuove previsioni di crescita
dell'economia globale segnalando come le difficoltà economiche di Cina, Russia,
Giappone e dell'area dell'euro abbiano determinato un nuovo ribasso delle
stime. In particolare, mente negli Usa la crescita si rafforza con una
correzione al rialzo della stima per il 2015 di 0,5 punti rispetto a ottobre
fino a +3,6%, il prodotto globale è previsto crescere del 3,5% nel 2015 e cioè
di un -0,3% rispetto alla stima di ottobre. Per l'Italia si registra la
correzione al ribasso più ampia (-0,5%) che porta la stima per il 2015 al +0,4%.
Solo il Brasile fa peggio con una correzione di -1,1% e una previsione di +0,3%
per il 2015. Nel 2016 il prodotto mondiale è previsto crescere del 3,7% grazie
ad un'accelerazione del commercio mondiale (+5,3%).
L'economia italiana
comincia a mostrare segnali di recupero sul fronte della domanda interna grazie
ad una mini ripresa dei consumi delle famiglie, mentre restano ancora fermi gli
investimenti sia privati che pubblici. Primi segnali positivi dagli indicatori
sulla fiducia di gennaio 2015.
L'Istat ha diffuso i
primi dati sul Pil del quarto trimestre 2014 con la conferma delle ultimissime previsioni
di un -0,4%. Nel quarto trimestre la crescita è stata nulla in termini
congiunturali, mentre il Pil è sceso dello 0,3% su base annua. Nello stesso
periodo il Pil, in termini congiunturali, è aumentato dello 0,7% negli Usa e
dello 0,5% nel Regno Unito.
Il boom
di nuove aperture di partite Iva a dicembre 2014 (+203%) ha il sapore di una
beffa, poiché dimostra l'inadeguatezza delle politiche del Governo per le
piccole imprese e per i lavoratori autonomi. Il balzo delle nuove aperture,
infatti, concentrato sulle persone fisiche e, in particolare, sulle attività
professionali (+1.264%), è il risultato della riforma del regime dei minimi e
non ha nessuna attinenza con il ciclo economico che, come mostrano i dati
congiunturali relativi all'ultimo mese del 2014 e qui raccolti e presentati,
restano ampiamente negativi, mentre alcuni primi timidi segnali di ripresa
provengono dai dati di gennaio 2015.