IL GRIDO DI ALLARME È ARRIVATO DAL CONVEGNO
NAZIONALE ORGANIZZATO DAL CONSIGLIO NAZIONALE IN COLLABORAZIONE CON LA
FONDAZIONE NAZIONALI DEI COMMERCIALISTI A COSENZA, LO SCORSO 6 FEBBRAIO, PER
RIBADIRE L'IMPORTANZA DEL RUOLO DI "BALUARDO DI LEGALITÀ" A TUTELA DEI
CITTADINI.
di Tiziana Mastrogiacomo*
Un parterre
d'eccezione composto da professionisti, politici, dirigenti ministeriali ed
oltre 600 commercialisti ha partecipato al convegno "Revisori dei conti,
baluardo di legalità negli Enti locali", organizzato dal Consiglio nazionale
dei Dottori commercialisti e degli Esperti contabili, in collaborazione con la
Fondazione nazionale dei Commercialisti e dall'Odcec di Cosenza lo scorso 6
febbraio.
L'incontro, la
cui idea ha preso forma in seguito ad alcuni episodi che hanno avuto come
protagonisti i collegi dei revisori della Regione Calabria e del Comune di
Palmi - dove l'indipendenza del revisore a presidio della legalità è stata
percepita come ostacolo e non come valore da tutelare -, è servito per mettere
sul piatto alcune problematiche che caratterizzano l'attività di revisione
negli Enti locali per puntare al riconoscimento del ruolo svolto dai
professionisti nel controllo sulla gestione dei soldi pubblici. L'obiettivo era
quello di aprire un dibattito ampio e qualificato per individuare i possibili
correttivi all'attuale impianto normativo e per assicurare ai revisori che
operano negli enti pubblici le condizioni indispensabili per lavorare al
meglio.
Il pacchetto di
proposte, già inviato al Governo lo scorso ottobre perché fosse recepito nel
Testo unico degli Enti locali, comprende correttivi al meccanismo
dell'estrazione, la sua estensione alle partecipate, l'aggiornamento dei
compensi e il taglio di gran parte dei 93 adempimenti annuali a carico dei
revisori.
Ad integrare il
quadro anche la presentazione di una dettagliata analisi statistica della
Fondazione nazionale dei Commercialisti sugli elenchi dei revisori dei
conti degli Enti locali dal 2012 al 2015 da cui emerge la necessità di
correttivi al meccanismo dell'estrazione per eliminare assurde e sproporzionate
barriere all'accesso che penalizzano fortemente i giovani professionisti.
"Con questo
convegno - ha affermato il presidente del Cndcec, Gerardo Longobardi -
abbiamo voluto dare un segnale di vicinanza sia ai numerosi colleghi che
svolgono questa delicata attività, sia alla società civile per far passare il
messaggio che i revisori non possono essere considerati come un costo della
politica, ma come un'opportunità per affermare i principi della legalità e
della trasparenza. La nostra attività - ha continuato Longobardi - è centrale,
ma non è riconosciuta. Allora bisogna non solo rivedere le regole
dell'estrazione, ma anche rideterminare i compensi visto che l'ultimo
aggiornamento dei massimali risale al 2005".
Ad
essere chiamato in causa è l'attuale meccanismo di selezione dei
revisori fondato sull'estrazione a sorte. Secondo i commercialisti si
tratta di un sistema che rischia di ostacolare il corretto ricambio
generazionale, impedendo fisiologici travasi di competenze e crescita di nuove
e giovani figure in grado di fronteggiare le gravose responsabilità connesse al
ruolo. Il meccanismo, infatti, impone al professionista al debutto di
impegnarsi nei comuni medio-piccoli come revisore unico, rischiando di trovarsi
impreparato ad affrontare la sfida dei controlli. I commercialisti suggeriscono
allora di indirizzare i primi incarichi negli enti più grandi dove, essendo il
controllo affidato ad un collegio di tre membri, si può meglio maturare
un'esperienza sul campo basata anche sul confronto con gli altri colleghi.
Inoltre,
per valorizzare lo strumento e renderlo più efficiente, è necessario, secondo
il presidente della FNC Giorgio Sganga, estenderlo
anche alle società partecipate pubbliche per favorire sia
l'ampliamento delle opzioni di incarico, depotenziando il rischio di una
indesiderata fuga di professionalità, sia una maggiore rotazione delle figure
di controllo con vantaggi in termini di trasparenza e salvaguardia della figura
del revisore.
Altra nota
dolente è la determinazione dei compensi visto che l'ultimo
aggiornamento dei massimali risale al 2005. Attualmente, infatti, la previsione
di rimborsi spese non superiori al 50% dell'indennità non tiene conto degli
effetti dell'estrazione su base regionale che costringono spesso il
professionista a percorrere notevoli distanze per raggiungere l'ente assegnato.
Secondo l'analisi statistica effettuata dalla Fondazione nazionale dei
Commercialisti, per esempio, i Comuni di prima fascia in provincia di Napoli
sono appena dieci a fronte di un numero di aspiranti pari a circa 1.800. In
questo caso, l'unica possibilità è scegliere anche le province di Caserta,
Benevento, Avellino o Salerno con il rischio di venire estratti in Comuni molto
distanti dalla propria residenza e di subire un notevole aggravio di costi di
trasferta non sempre rimborsati integralmente.
"Il Paese deve
solo decidere se vuole controlli seri oppure no - ha affermato Giorgio
Sganga, presidente della Fondazione -. Se li vuole davvero, le regole vanno
cambiate. A maggior ragione se si considera l'esiguità del compenso e dei
rimborsi spese. In alcuni casi, infatti, il revisore non riesce a compensare
nemmeno le spese sostenute per lo svolgimento della propria funzione. Sembra
quasi fatto in modo che ci sia da parte della "brutta politica" una
spinta a farsi che il controllo sia sempre più lontano e sempre più meno
qualificato. Il nostro convegno serve proprio per ribadire che il revisore dei
conti è un organo terzo e indipendente che, con il suo operato e la sua
professionalità, tutela gli interessi dei cittadini".
Sul tema dei
compensi è intervenuto anche il vicepresidente dei commercialisti, Davide Di
Russo, che ha etichettato come "assolutamente non decoroso per il ruolo
svolto" il sistema dei compensi che deve essere adeguato "a fronte di un
esponenziale aumento delle responsabilità del revisore. Ma - ha continuato Di
Russo - andrebbe fatta chiarezza anche sull'incarico all'interno delle Unioni di
Comuni. Su queste tematiche abbiamo avviato un canale di comunicazione con il
Ministero dell'Interno, riscontrando una grande apertura".
L'apertura
è stata confermata da Giancarlo Verde, direttore centrale della Finanza
locale del Ministero dell'Interno, che durante il convegno ha assicurato come
"le nuove regole verranno preparate ascoltando la professione. È innegabile
che, nel corso degli anni, la figura del revisore sia cambiata molto. Sarebbe
quindi il caso di rivedere le funzioni e il ruolo di un organo che rappresenta
davvero un baluardo di legalità".
Nel frattempo, il Consiglio nazionale, consapevole che per
lo svolgimento di tali importanti funzioni nel comparto pubblico sono
indispensabili il rafforzamento di una formazione mirata e l'aggiornamento
continuo delle conoscenze e competenze specialistiche, ha avviato per i suoi
iscritti una solida piattaforma formativa con l'auspicio che il convegno di
Cosenza maturi nelle Istituzioni e nell'opinione pubblica il riconoscimento che
la professione di commercialista ha
assunto in questo settore e che sia di incoraggiamento alla rimodulazione di
quegli aspetti normativi finalizzati a favorire un migliore e più efficace
svolgimento del ruolo di revisore da parte del professionista incaricato.
15 febbraio 2015
*
Ufficio stampa Cndcec