Il ciclo congiunturale dell’economia italiana è peggiorato negli ultimi mesi contrassegnati dal calo degli indici della produzione industriale, del fatturato, delle esportazioni e del commercio al dettaglio. Il peggioramento dell’attività economica anche nel terzo trimestre, dopo che i primi due trimestri dell’anno hanno certificato andamenti negativi inattesi e dopo 12 trimestri consecutivi di segno meno, si colloca in un contesto macroeconomico fortemente deteriorato nell’area dell’euro con segnali di crisi inattesa provenienti dalla Germania. A destare particolare preoccupazione è il calo della domanda interna nel mercato tedesco e, in particolare, della contrazione dei consumi delle famiglie. La Germania è entrata in recessione tecnica nel secondo trimestre 2014 e per il terzo trimestre è atteso un nuovo calo. I dati negativi tedeschi, in particolare il calo della produzione industriale e degli ordinativi, si riflettono sulle esportazioni italiane, soprattutto in considerazione del fatto che la Germania resta il principale mercato di sbocco della nostra manifattura.
A livello globale, il Fondo monetario internazionale ha certificato un aumento dei rischi per la crescita dell’economia mondiale ed ha rivisto il tasso di crescita globale stimato per il 2014 tagliandolo di 0,1 punti percentuali rispetto all’outlook di luglio. Il taglio delle stime colpisce in modo particolare la Germania (-0,5 punti sul 2014 e -0,2 punti sul 2015), la Francia (-0,4 e -0,5) e l’Italia (-0,5 e -0,3) oltre al Giappone (-0,7 e -0,2), ma non gli Stati Uniti (+0,5 e 0,0) che, invece, fanno registrare una revisione al rialzo di mezzo punto percentuale. Le economie emergenti, come già certificato dalla Banca mondiale a giugno, subiscono anch’esse un taglio delle stime di crescita, in particolare il Brasile, la cui stima 2014 è stata tagliata di un punto percentuale dal Fondo monetario internazionale.
Sul piano della politica economica, mentre i governi italiano e francese hanno presentato nuovi piani espansivi a sostegno della crescita basati su un rinvio degli obiettivi già fissati di pareggio di bilancio, il governo tedesco, nonostante i forti segnali di crisi economica nazionale, resta fermo al suo progetto di bilancio che per il 2015 prevede il pareggio per la prima volta dal 1969.
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