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Osservatorio Economico - Luglio-Agosto 2014

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In un quadro globale ancora incerto, contrassegnato da un aumento dei rischi per la crescita economica mondiale, l'economia italiana continua a mostrare segnali di recessione per via di un mercato interno ancora fortemente contratto. Per il terzo anno consecutivo l'Italia subirà un calo del Pil, mentre per il 2015 è attesa una leggera ripresa dei consumi e degli investimenti interni insieme ad un'accelerazione del commercio internazionale grazie ad un tasso di cambio più favorevole. L'Ocse esprime preoccupazione per la crescita globale, non solo a causa delle tensioni geopolitiche, soprattutto fra Russia e Ucraina, ma anche per le difficoltà dell'Eurozona e del Giappone. Gli Stati Uniti continuano la fase di ripresa, ma non sono in grado da soli di sostenere il ciclo globale. Il Fondo monetario internazionale e il governo americano premono massicciamente sulla Germania per spingerla a politiche di bilancio meno rigorose e a un maggior sostegno agli investimenti pubblici, mentre la Banca centrale europea e la Commissione chiedono all'Italia di rafforzare ulteriormente la politica di bilancio per rispettare gli impegni assunti di un aggiustamento strutturale del deficit dello 0,7% nel 2014.

Sul fronte congiunturale, l'economia italiana è caratterizzata dal calo dei prezzi al consumo (deflazione) e dall'aumento della disoccupazione, mentre la produzione industriale alterna fasi di ripresa e di contrazione. Le entrate tributarie continuano ad essere sostenute dal buon andamento delle imposte indirette, in particolare Iva e Accise, mentre sul fronte imprenditoriale continuano a diminuire le società di persone e le ditte individuali a favore delle società di capitali, in particolare Srl, anche se a luglio si è registrato un insolito incremento delle nuove aperture di partite Iva da parte delle società di persone.  

L'economia delle PMI resta fortemente legata alle aspettative di allentamento del credit crunch e agli effetti delle riforme strutturali, con particolare riguardo alle semplificazioni in campo amministrativo e fiscale. Infine, segnaliamo come il continuo incremento in valore assoluto del debito pubblico italiano, pari a 2.168 miliardi a giugno, è dovuto interamente al debito delle amministrazioni centrali, aumentato in un anno di 102 miliardi di euro, mentre il debito delle amministrazioni locali, nello stesso periodo, è diminuito di 10 miliardi di euro. 

[continua nel documento sotto allegato]


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