PRESENTAZIONE E SINTESI.
Prosegue il miglioramento congiunturale dell'economia
globale guidato dai paesi più industrializzati, Usa e Germania in testa, mentre
le economie emergenti continuano a mostrare segnali di raffreddamento. Migliora
anche il clima economico interno all'Unione europea trainata dalla forte
spinta proveniente dalla ripresa dell'industria tedesca. Le principali
banche centrali continuano a valutare la ripresa in atto come modesta e fragile
e conservano un profilo di politica monetaria accomodante. I giudizi
sull'economia italiana sono complessivamente positivi rispetto alla
tenuta dei conti pubblici, ma la revisione al ribasso delle stime di crescita
per il 2014, confermata dalle previsioni della Commissione europea, e i dati
definitivi del 2013, che indicano un rapporto debito/pil del 132,7%, destano
non poche preoccupazioni e inducono alla prudenza. Per il 2014 è attesa una
ripresa significativa della produzione industriale che ha chiuso il 2013 con
una contrazione del 3%, mostrando però una ripresa nell'ultimo trimestre
dell'anno dello 0,7% in termini congiunturali.
Prodotto interno lordo. Nel 2013, il pil italiano è risultato pari a 1.560 miliardi e 24
milioni di euro con un calo in valore assoluto sul 2012 pari a 6 miliardi e 888
milioni di euro. La variazione percentuale è, dunque, negativa ed è pari a
-0,4% composta da -1,9% di variazione in termini reali e +1,5% di variazione in
termini nominali, ovvero di crescita dei prezzi. In particolare, nel 2013 i
consumi delle famiglie in termini reali sono diminuiti del 2,6%, mentre gli
investimenti sono calati del 4,7%. La domanda estera netta è cresciuta, invece,
dello 0,8%. Sul piano settoriale, mentre l'agricoltura ha visto un
incremento in termini reali dello 0,3% sul 2012, l'industria manifatturiera
si è contratta del 3,1% con le costruzioni in calo del 5,9%. Anche il
terziario, nel 2013, ha
mostrato un andamento negativo con una contrazione del pil dello 0,9%.
Pressione fiscale. Nel 2013, la pressione fiscale ufficiale è risultata pari al
43,8% del pil, in calo di 0,2 punti percentuali rispetto al 2012, ed è
risultata inferiore di 0,5 punti percentuali al livello previsto
nell'aggiornamento del Def del 20 settembre 2013. Il calo imprevisto
della pressione fiscale è imputabile interamente al calo delle imposte indirette
collegato all'andamento negativo del pil e, quindi, dei consumi interni.
In termini percentuali, il calo delle entrate fiscali (-0,8%) è stato superiore
a quello del pil nominale (-0,4%) determinando, così, la riduzione della
pressione fiscale.
Debito Pubblico.
2.068 miliardi il debito pubblico a fine dicembre (-36,65 mld. rispetto a
novembre 2013 e +45,7 mld. rispetto a novembre 2012). Il rapporto debito/pil
2013 sale a 132,5% dal 127% del 2012.
Clima di fiducia.
Risale a gennaio il clima di fiducia delle famiglie e delle imprese, con
l'eccezione delle imprese delle costruzioni che mostrano un sensibile
peggioramento.
Congiuntura. La
ripresa della produzione industriale prosegue a un ritmo troppo modesto, mentre
continua a contrarsi quella del settore delle costruzioni.
Finanza pubblica. Il
rapporto deficit/pil 2013 è risultato pari al 3% ed è conforme agli obiettivi
programmatici formulati nella nota di aggiornamento al Def del 20 settembre
2013. Il deficit in valore assoluto è risultato uguale a quello del 2012 per
via di un calo della spesa totale in linea con il calo delle entrate.
Partite Iva.
+3,9% le nuove partite Iva a dicembre 2013 grazie ad una crescita delle nuove
partite Iva di società di capitali del 9% e a un calo di quelle di società di
persone del 12,8%. Il risultato dall'inizio dell'anno è, però,
negativo con un calo complessivo del 4,5% di nuove partite Iva: +7,2% le nuove
partite Iva di società di capitali e -15,6% quelle di società di persone.