La
Commissione europea ha adottato nei giorni scorsi una proposta di
direttiva sul dovere di diligenza delle imprese ai fini della
sostenibilità, volta a promuovere un comportamento aziendale sostenibile
e responsabile lungo le catene globali del valore. Per effetto delle
nuove norme, le imprese, che saranno chiamate a
individuare
e, se necessario, evitare, far cessare o ridurre gli effetti negativi
delle loro attività sui diritti umani e sull'ambiente,
beneficeranno di certezza giuridica e parità di condizioni, mentre a
consumatori e investitori sarà garantita maggiore trasparenza.
Per
regolare l'utilizzo e l'accesso ai dati generati nell'Unione europea in
tutti i settori economici, la Commissione ha varato il "Data
Act", una serie di norme finalizzate a garantire equità nell'ambiente
digitale, a stimolare un mercato dei dati e a offrire nuove opportunità
per l'innovazione basata sui dati, che saranno più accessibili a tutti.
Le
nuove misure si propongono inoltre di proteggere le PMI dalle clausole
contrattuali abusive imposte dalle parti che si trovano
in una posizione contrattuale significativamente più forte.
L'Ufficio dell'Unione europea per la proprietà intellettuale
ed Early Warning Europe, il network
nato con l'obiettivo di promuovere la crescita dell'imprenditorialità e delle PMI in Europa, hanno siglato
un importante accordo che darà alle PMI la possibilità di tutelare i propri diritti di proprietà intellettuale e di accrescere
la propria resilienza durante tutto il processo di crescita aziendale.
Il Gender Diversity Index
2021, lo studio europeo presentato dall'associazione European Women on
Boards, che ogni anno analizza la rappresentanza di genere nei consigli
di amministrazione
e nei vertici aziendali delle più grandi realtà europee, evidenzia che
la percentuale di donne nei CdA è ferma al 35% e solo il 7% delle
aziende è guidata da un CEO donna, valore quest'ultimo che in Italia
scende al 3%.
In
generale, le imprese stanno iniziando a riconoscere l'importanza della
parità di genere e si registrano piccoli passi avanti, ma per cambiare
la cultura aziendale rimane ancora molto
da fare.
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