L'emergenza
pandemica si è trasformata in emergenza economica e sociale e i
Commercialisti sono stati chiamati a svolgere il ruolo di affiancare le
imprese travolte
e stravolte dalla crisi.
L'indagine
offre una fotografia dello stato di difficoltà economica in cui
attualmente versano quelle imprese che, quantunque di minori dimensioni,
rappresentano,
in termini numerici, occupazionali e produttivi, una parte
significativa dell'economia nazionale e il cui stato di crisi non v'è
dubbio possa produrre ripercussioni estremamente dannose per il
sistema economico nel suo complesso, specialmente in chiave
prospettica.
Seconda
una stima effettuata sulla base dei risultati del sondaggio, le imprese
non fallibili che nel 2022 si potrebbero trovare in grave difficoltà
economica sono circa 371.500,
pari al 29,3% del totale delle imprese non fallibili considerate nella
stima totale. Si tratta di piccole imprese che, però, danno lavoro a
oltre 445 mila dipendenti.
Dal sondaggio emerge l'importanza dell'effetto
"bolla"
generato su queste realtà imprenditoriali dalle
misure di sostegno pubblico:
se da un lato non
si è ancora registrata un'esplosione di insolvenze aziendali,
dall'altro lato, considerata la temporaneità degli interventi medesimi,
appare
altamente probabile che si concretizzi
un aumento del rischio di solvibilità
legato alla
progressiva riduzione dei sostegni economici. È accertato, infatti, che
un elevato campione di imprese versava in situazioni di crisi già prima
di essere travolta dall'ondata pandemica,
il che rende ancor più verosimile ipotizzare un incremento delle insolvenze
una volta che le misure di sostegno - tramite le quali, realtà già deteriorate sono rimaste in vita - verranno allentate.