La
legislazione antimafia (d.lgs. n. 159/2011 di seguito CAM) come
modificata dalle recenti riforme (legge n. 161/2017 e dal c.d. decreto
sicurezza di cui al d.l. n. 113/2018), sembra
aver preso atto di come la confisca sia ormai un istituto non esclusivo
nella materia del contrasto alla criminalità organizzata di stampo
mafioso ed economico. In effetti la confisca, quale agente catalizzatore
delle politiche antimafia, pur mantenendo la
sua indiscussa efficacia e centralità, sembra aver perso il
tradizionale primato nell'azione di disinquinamento delle aree colpite
dall'aggressione criminale.
Va
in questa direzione, d'altronde, la scelta di potenziare, con le
recenti riforme, le misure di prevenzione patrimoniali non ablatorie
dell'amministrazione giudiziaria dei beni connessi
ad attività economiche e delle aziende (art. 34 CAM) e del controllo
giudiziario (art. 34-bis CAM), con la consapevolezza che queste
aggiungano - alla capacità di aggredire i nuclei di economia illegale -
quella di reinserire i patrimoni depurati nel
circuito della legalità.
Questo
sistema "progressivo" delle misure di prevenzione oggi, pertanto, è
congegnato per coprire tutti i segmenti comportamentali che il soggetto
criminale può porre in essere per acquisire
potere e consensi, soprattutto nelle trame più fragili della realtà
aziendali: all'imprenditore vicino alle consorterie criminali e che ha
beni sproporzionati rispetto ai suoi redditi leciti, l'azienda gli sarà
confiscata. Se invece l'imprenditore con la sua
azienda, pure di origine lecita, agevola con stabilità soggetti
sottoposti a misure di prevenzione o a processi per criminalità
organizzata, l'impresa potrà essere assoggettata all'amministrazione
giudiziaria e verrà gestita da un amministratore giudiziario,
sotto il controllo del Tribunale. Ancora, quando l'agevolazione risulta
occasionale ed il comportamento dell'imprenditore faccia desumere il
concreto pericolo di infiltrazioni mafiose, scatterà il controllo
giudiziario.
Si scorge, quindi, una tendenza a valorizzare istituti più affini alla
ratio preventiva, collaudando forme nuove di collaborazione tra i
due settori, pubblico e privato, in un'ottica di enfatizzata difesa dei
contesti imprenditoriali.
In
questo scenario, nell'ambito delle attività dell'Osservatorio Nazionale
in materia di misure di prevenzione istituto presso il CNDCEC, è stata
condivisa con i magistrati componenti
detto consesso, la necessità di elaborare un documento finalizzato a
fornire un supporto pratico agli operatori del settore descrivendo
finalità e criticità degli istituti in esame e offrendo una serie di
orientamenti interpretativi volti a superare le difficoltà
applicative, nella consapevolezza che talune tematiche oggetto di
specifico approfondimento, necessiteranno inevitabilmente di un
intervento legislativo emendativo che parimenti il gruppo di lavoro in
questione ha elaborato per la successiva interlocuzione
con le Istituzioni legislative di riferimento.
Ciò
a confermare il ruolo chiave del Commercialista garante della legalità e
sempre al fianco delle istituzioni e dell'imprenditoria sana per il
miglioramento del nostro Paese.