L'emergenza epidemiologica in atto impone una riflessione
sui rischi attualmente gravanti sulle imprese esposte, da un lato, ad
evidenti problemi di natura sanitaria, e, dall'altro, a possibili
fenomeni di organizzazione criminale.
Sotto il primo aspetto, la necessità
di contenimento del rischio epidemiologico ha condotto alla
sottoscrizione del "Protocollo condiviso di regolazione delle misure per
il contrasto e il contenimento della diffusione del
virus Covid-19 negli ambienti di lavoro", con il quale il Governo e le
Parti sociali hanno condiviso le Linee guida per agevolare le imprese
nell'adozione di protocolli di sicurezza anti-contagio.
Con riferimento ai rischi di criminalità finanziaria, invece, è evidente come le misure di
lockdown imposte al Paese per il contenimento dell'epidemia
abbiano provocato un indebolimento di gran parte del tessuto economico,
aprendo una vera e propria falla rispetto a possibili fenomeni di
organizzazione criminale. Non è un caso che l'Unità
di Informazione Finanziaria abbia ritenuto opportuno sollecitare tutti i
destinatari della normativa antiriciclaggio di cui al D.Lgs. 231/2007
al rispetto dei relativi obblighi, ricordando in particolare agli
intermediari bancari e finanziari e ai professionisti
che il livello di guardia in questo momento storico deve essere
altissimo.
Nel presente documento sono esposti sinteticamente i
principali "rischi 231" connessi all'emergenza sanitaria e sono fornite
alcune indicazioni operative di comportamento ai professionisti che a
vario titolo - come componenti di OdV plurisoggettivi
o nella qualità di Organismi di Vigilanza monocratici - sono chiamati a
mettere le proprie competenze tecniche a disposizione delle imprese in
questa fase così delicata.