La Legge di Bilancio
2018 (Legge 27 dicembre 2017, n. 205) prevede rilevanti novità in
materia di fatturazione elettronica al fine di incrementare la capacità
dell'Amministrazione finanziaria di prevenire e
contrastare l'evasione nell'ambito Iva, oltre che avviare un percorso
di semplificazione amministrativa e contabile.
L'intervento è
finalizzato ad estendere l'obbligo di emissione delle fatture in formato
elettronico, attualmente previsto nei confronti della sola pubblica
amministrazione.
In particolare, si
prevede di introdurre l'obbligo di emettere fattura elettronica anche
nei rapporti tra privati in due fasi: la prima avrà inizio l'1 luglio
2018 e riguarderà le cessioni di carburanti per
autotrazione e le prestazioni rese da subappaltatori e subcontraenti
della filiera delle imprese nel quadro di un appalto pubblico; la
seconda fase, inizierà dall'1 gennaio 2019 e interesserà tutte le altre
operazioni tra soggetti privati.
L'impatto di tale
previsione sarà notevole: si stima, infatti, che il recente intervento
produrrà annualmente circa 1,3 miliardi di documenti digitali.
Alla luce di ciò, il
documento si propone di compiere una prima valutazione sull'impatto
della digitalizzazione sempre più spinta dell'attività degli studi
professionali derivante dall'introduzione della fatturazione
elettronica obbligatoria tra privati, con l'obiettivo di cogliere
possibili opportunità di crescita e sviluppo della professione a partire
dall'analisi dei rapporti con la clientela, in particolare di quella
tenuta alla contabilità semplificata che oggi rappresenta,
invece, una possibile area di rischio per la professione dal momento
che essa copre una rilevante quota di mercato nell'ambito dei servizi
contabili e fiscali ed è potenzialmente più esposta alla concorrenza.
Sulla base delle
dichiarazioni presentate nell'anno 2015, le imprese operanti in
contabilità semplificata sono 2.072.098 e sono formate da 1.607.671
imprese individuali e 464.427 società di persone. Si stima
che il 76% di questi soggetti, vale a dire 1.574.795, siano attualmente
clienti dei commercialisti e generino una quota di fatturato
complessiva degli studi professionali stimabile intorno al 25/30%.
Il documento intende
suggerire ai commercialisti alcune possibili vie da percorrere per
fornire un servizio più efficiente e mantenere al tempo stesso un ruolo
strategico nel rapporto con l'impresa e l'imprenditore.
A tal fine, dopo una breve analisi delle novità normative in tema di
fatturazione elettronica obbligatoria tra privati, viene presentato un
nuovo modello di contabilità, definito per l'appunto "digitale", basato
sulla gestione diretta da parte dello studio
del processo di emissione, contabilizzazione e conservazione della
fattura elettronica in un sistema che vede interagire telematicamente il
cliente e lo studio che condividono lo spazio digitale entro il quale
si svolge il processo di fatturazione. 5
Ciò
richiederà per il professionista la necessaria riorganizzazione dello
studio e dei processi organizzativi interni, ma, allo stesso tempo,
permetterà ai sistemi
contabili e amministrativi aziendali in contesti "semplificati" di
diventare più efficienti e di migliorare significativamente il grado di
affidabilità del sistema delle relazioni economiche e commerciali oltre
che di compliance normativa e fiscale, assegnando
al commercialista un ruolo sempre più centrale nell'intero processo.
Infatti, le risorse che in tal modo si liberano per la cancellazione dei
tempi richiesti dai processi contabili "analogici" tradizionali,
risorse di mera registrazione contabile ovvero, prevalentemente,
di raccolta della documentazione cartacea, digitazione dati e
archiviazione cartacea, possono essere, in tutto o in parte,
reindirizzate alle fasi più propriamente di validazione e controllo dei
processi, oltre che di sistemazione e analisi dei dati, con la
conseguenza di efficientare il servizio alla clientela.
Il
documento segnala anche alcune criticità che derivano dall'introduzione
della fatturazione obbligatoria tra privati. Infatti, in prima istanza,
viene fatto rilevare come la fattura analogica
non scompaia del tutto e come lo stesso "spesometro" sopravviva nel
caso di cessione di beni o di prestazioni di servizi tra soggetti non
residenti, non stabiliti o non identificati nel territorio dello Stato,
oltre a tutti quei casi particolari che derivano
dall'esistenza di regimi Iva speciali e che pongono non pochi problemi
di attuazione pratica e, infine, le inevitabili difficoltà di raccordo
pratico tra le nuove normative in tema di "regime di cassa" per le
semplificate e di detrazione dell'Iva.
Tali criticità, che effettivamente riducono la
portata innovativa della FE in termini di semplificazione
amministrativa, vanno tenute in debita considerazione sia nel valutare
l'impatto delle novità normative in termini di costi degli adempimenti
sia nel prevedere ogni possibile problematica operativa in fase di
attuazione.