Fondazione Nazionale di Ricerca dei Commercialisti

RAPPORTO 2017 sull’Albo dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili

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Presentazione.

Nel 2016 l’economia italiana cresce per il secondo anno consecutivo e si migliora rispetto al 2015 facendo segnare un +0,9% di Pil e un + 1,3% di occupati.

Per la prima volta dopo molti anni, i Commercialisti iscritti all’Albo crescono a un ritmo inferiore all’1% corrispondente a +564 unità e raggiungendo il livello di 117.916 (+0,5%). Prosegue lenta ma inarrestabile la crescita della quota di donne (32,3%), mentre continuano a calare in maniera preoccupante i giovani (17,4%).

Sempre nel 2016, il numero di imprese attive presenti negli archivi camerali è cresciuto di 1.612 unità, sintesi di un aumento di 38.162 società di capitali e di un calo di 19.083 società di persone e di 19.711 imprese individuali. A fine anno, le imprese attive totali sono pari a 5.145.995, di cui 1.082.003 società di capitali.

Il numero medio di imprese attive per ogni Commercialista iscritto all’Albo scende così da 43,8 a 43,6, mentre il numero medio di società di capitali sale da 8,9 a 9,2.

Si tratta, per quest’ultimo, di un dato particolarmente significativo che, per essere apprezzato ancora meglio, deve essere opportunamente collegato con la “quota di mercato” di società di capitali seguite dai Commercialisti stimata pari all’80%.

Bastano questi pochi dati per accorgersi della trasformazione epocale in atto nel sistema economico e produttivo dell’Italia. Una trasformazione che ci vede coinvolti in prima linea accanto alle imprese già impegnate in importanti processi di ristrutturazione e riorganizzazione produttiva a seguito della crisi economica e finanziaria che ha colpito il paese a partire dal 2008.

Il Rapporto presenta i numeri degli Iscritti all’Albo dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili al 1° gennaio 2017 con un dettaglio a livello di singolo Ordine territoriale e in questa edizione presenta alcune importanti novità, come la rappresentazione cartografica dei 131 Ordini che rappresentano il territorio, i dati relativi alle imprese attive, alle società di capitali e alle società di persone elaborati a livello provinciale e la mediana del reddito professionale che quest’anno, per la prima volta, affianca la media con l’intenzione di offrire un’informazione più puntuale circa la distribuzione dei redditi.

Grazie ai dati reddituali trasmessi dalla Cassa di Previdenza e Assistenza dei Dottori Commercialisti e dalla Cassa di Previdenza dei Ragionieri, opportunamente aggregati ed elaborati, è stato calcolato il reddito medio dell’anno 2015 sulla base delle dichiarazioni raccolte nel 2016 pari a 58.602 euro, in crescita del 2,2% in termini nominali rispetto al 2014. In termini reali, invece, il reddito medio è calato del 13,9% rispetto al 2007, anno precrisi, a dimostrazione di come la crisi che ha colpito le libere professioni italiane non abbia risparmiato i Commercialisti colpiti anche dalle conseguenze in termini di maggiori costi operativi derivanti dalle numerose novità introdotte nel campo degli adempimenti fiscali.

Infine, la mediana, cioè il valore che divide la distribuzione degli iscritti alle casse di previdenza in due parti uguali, per il 2015 è risultata pari a 33.207 euro, il 56,7% della media. Ciò significa che il 50% dei Commercialisti percepisce un reddito non superiore a 33.207 euro.

Si tratta di un dato significativo che invita alla prudenza quando si leggono le statistiche reddituali e si osserva un aumento delle medie nominali poiché, come mostra con estrema chiarezza il dato relativo alla mediana, la stragrande maggioranza dei redditi sono schiacciati verso il basso. Ciò pone, con tutta evidenza, il problema del sostegno al reddito per un’ampia fascia di professionisti e rafforza la campagna sull’equo compenso che vede i Commercialisti coinvolti in prima fila accanto alle altre professioni.

Massimo Miani
Presidente della Fondazione Nazionale
dei Commercialisti


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